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Confidenza

Confidenza

Daniele Luchetti

Thriller • 2024 • 2h 16m

Recensito da Beatrice 27. April 2024

Chi si lascia oggi mettere una mano in tasca domani ne troverà due che gliela vuotano.

Pietro è un professore di letteratura che “lascia il segno”.

Spiega la paura contrapponendola all’amore che la sua studentessa preferita Teresa Quadraro definisce sopraffazione.

Porta i suoi studenti al diploma, molti di loro tornano a trovarlo mentre lei, la più promettente, geniale in matematica e fisica si è persa: fa la cameriera in una osteria e ha anche una relazione con il capo che è sposato con figli.

Pietro la passa a trovare e vuole capire il perché: da quella sera nasce una relazione tra loro e Teresa va a vivere da lui, in una casa invasa da libri, ovunque. Una travolgente passione li coinvolge al punto in cui la Quadraro gli propone di rivelarsi a vicenda un segreto mai raccontato a nessuno per rendere il loro amore indissolubile.

Sebbene Pietro abbia la percezione di sbagliare si lascia andare a quella confessione e inizia per lui un percorso ad ostacoli, fatto di paure, di ossessioni, di sogni persecutori, di paranoie, di desideri e di orrori.

Teresa sparisce per un anno e mezzo, ma poi ritorna e lo farà ripetutamente quasi a voler continuare a praticare quel tormento esercitato che ha necessità di rinfrescare ogni volta, in quanto lui si espone ininterrottamente al suo spettro segreto.

Pietro inizierà ad avere successi nel suo lavoro, attraverso la scrittura di libri e la divulgazione degli stessi con l’intermediazione della casa editrice e il ministero della pubblica istruzione: il suo argomento riguarda soprattutto la pedagogia dell’affetto.

Sposa la professoressa di matematica e fisica del suo istituto, anche lei in carriera universitaria, interrotta: avranno una figlia piuttosto trascurata, incompresa e mai effettivamente amata, mentre intraprendono una imprudente rapporto di amicizia/business con una coppia irrisolta.

Tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone, la storia procede evidenziando la fragilità antropologica di un uomo incapace di stimarsi, di schermarsi difronte a richieste estreme: quello che sa di essere non corrisponde a quello che sembra essere. La sua immagine è scissa, fragile, esposta allo smascheramento che incombe quotidianamente.

E’ un uomo medio, ordinario, piccolo e avrebbe potuto esserlo in modo indisturbato; d’altronde la mediocrità è un diritto!

Ma quando si rivela qualcosa di orribile, pur non sapendo mai cosa, questo espone al giudizio altrui e alla eventuale rivelazione pubblica: subentra la diffidenza, il risentimento, il tormento, l’autoesposizione ad un iter persecutorio più psicologico che reale.

Teresa e Pietro sono orfani: la solitudine e la libertà che questa condizione comporta li porta ad incastrarsi a vicenda anche se lei sostiene di non dover rendere conto a nessuno: diventa una illustre professoressa universitaria di matematica e fisica negli Usa.

La sua carriera non le impedirà di fare incursioni nella vita del suo ex prof quasi a voler esercitare quel potere che ha abilmente progettato su di lui.

Quel segreto è troppo perché lei possa continuare ad avere un rapporto alla pari oppure il suo obiettivo di rivendicare un’indissolubilità non è altro che la premura di manipolare, sottomettere, gestire un uomo che lei ha percepito essere poca cosa?

La necessità sembra piuttosto quella di ridimensionare quel borghese, tanto amato e sconosciuto ai più come fosse un animale da laboratorio per osservare con l’occhio scientifico/matematico quali esiti potrebbe avere: il terrore del rischio di disvelare la realtà di una vita apparentemente “integerrima” è sempre in agguato.

Non si sa nulla della biografia dei due, tranne che sono orfani entrambi; non si sa nulla dei segreti reciprocamente rivelati: sembra tuttavia innegabile che la psicopatologia di Teresa non esita a sottometterlo al suo controllo e ad esercitare un logorante potere sulla vita di Pietro: vuole smascherarlo a se stesso, alla sua dabbenaggine nella consapevolezza di non riuscirci se non sottoponendolo ad un tormento distante ma sempre presente, costante, incessante.

La musica inconfondibile di Thom Yorke accompagna il processo alle intenzioni di lei e reitera il processo ai segreti di lui: il gioco del gatto e del topo è la costante e la sopraffazione vince sull’amore e sulla paura.

La violenza, la sopraffazione e la bruttezza hanno sempre un esercito di malriusciti al loro servizio

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