“Non ereditiamo la Terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli.”
— Proverbio nativo americano
«I titoli delle Mostre Internazionali di Architettura sono solitamente annunciati sia in
inglese che in italiano. Nel 2025, il titolo sarà invece condensato in un'unica parola per
entrambe le lingue, invocando la comune origine latina: Intelligens. Da intelligens deriva il
moderno “intelligenza”; questa scelta tuttavia indica anche un’espansione delle associazioni
di significato. Tradotta a parte, la sillaba finale, “gens”, significa “gente, persone”: da qui
emerge un’immaginaria radice alternativa, che suggerisce un futuro dell'intelligenza più
multiplo e inclusivo, che sfugga ai limiti eccessivi dell’odierna focalizzazione sull’I.A. »
«La 19. Mostra Internazionale di Architettura sarà dedicata all'ambiente costruito e
alle numerose discipline che gli danno forma. L'architettura è al centro di esse – afferma il
Curatore - ma non da sola: fa parte di una compagine estesa che deve integrare arte,
ingegneria, biologia, scienza dei dati, scienze sociali e politiche, scienze planetarie e altre
discipline, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano.
L'ambiente costruito è tra i maggiori responsabili delle emissioni atmosferiche. In questo
senso, all’architettura si può imputare gran parte del degrado ambientale del nostro
pianeta. Di fronte all’accelerazione della crisi climatica, dobbiamo rassegnarci a questo
ruolo, o siamo ancora in grado di offrire soluzioni, sostanziali e non cosmetiche, efficaci e
rapide da realizzare?
La Mostra proverà a tracciare nuove rotte per il futuro, suggerendo un ventaglio di
soluzioni ai problemi più pressanti del presente. Metterà insieme una raccolta di proposte
progettuali sperimentali, ispirate da una definizione di "intelligenza" quale capacità di
adattarsi all'ambiente a partire da un bagaglio di risorse, conoscenze o potere limitati.
Oggetti, edifici e piani urbani saranno disposti lungo l'asse di un'intelligenza multipla e
diffusa - naturale, artificiale, collettiva. Alcune idee saranno destinate a fallire. Ma altre
potranno indicarci percorsi promettenti.
La Mostra immagina gli architetti come "agenti mutàgeni", capaci di innescare processi
evolutivi e dirigerli in nuove direzioni. Imparando da molteplici discipline scientifiche e
avanzando per prova ed errore, questa mostra punta ad accelerare la trasformazione del
presente, alla ricerca di futuri migliori.»
Quattro i pilastri metodologici
Transdisciplinarità: i progetti architettonici promuoveranno collaborazioni tra
professionisti diversi, con l'obiettivo, ovunque possibile, di far progredire la conoscenza scientifica.
Laboratorio Vivente: nel 2025, il Padiglione Centrale ai Giardini sarà in fase di
ristrutturazione. Sarà pertanto sostituito da una serie di progetti speciali capaci di
trasformare porzioni di Venezia e le aree esterne delle sedi di Mostra della Biennale in
Living Lab - laboratori viventi, dove far convergere forme di intelligenza molteplici.
Raccolta di Idee: adottare un approccio collaborativo alla progettazione è
fondamentale, a maggior ragione in un momento di crisi.
Il 7 maggio 2024 il sito web della Biennale apre uno spazio per la raccolta di idee per ampliare l'eterogeneità di voci, visioni e suggerimenti.
Protocollo di Circolarità: la Mostra si propone di raggiungere obiettivi di circolarità
particolarmente ambiziosi. Tramite l’elaborazione di un Manifesto della Circolarità,
verranno definite precise linee guida, delineando un nuovo standard per future
manifestazioni culturali.
Un tema comune proposto dal Curatore ai Paesi Partecipanti
Con lo scopo di reintrodurre tra i Padiglioni Nazionali un grado di coordinamento e
coerenza con il tema della Mostra Internazionale principale, il Curatore incoraggia i Paesi
partecipanti ad affrontare il tema comune "Un luogo, una soluzione", «per mettere in
luce – chiarisce Ratti – in quali modi l’ingegno umano possa fornire risposte alla sfida
chiave del nostro tempo: una sfida che può essere affrontata soltanto in modo
collaborativo, mediante una pluralità di approcci diversi. Invitiamo tutti i Paesi a
condividere casi di successo: insieme, essi andranno a comporre una “cassetta degli
attrezzi” per un futuro migliore.»
Da parte sua il Presidente Pietrangelo Buttafuoco ha dichiarato:
«Nel titolo Intelli/Gens convergono significato e segno. Se l’intelligenza è alla base
del processo evolutivo dell’individuo, nel senso più nobile del suo essere civis (sostantivo
di terza declinazione, quindi sia maschile che femminile), l’architettura è lo spazio in cui
essa può dispiegarsi, in una negoziazione costante con il territorio. Enunciando funzioni,
disegnando simbologie, favorendo relazioni, l’intelligenza costruisce architetture in
termini etici, estetici e soprattutto ecologici. Non per nulla, restando in vena di
ètimo, oikos in greco significa casa ma anche ambiente. Ragion per cui nel suo testo di
intenti lo stesso Ratti si chiede: “Saremo in grado di progettare edifici intelligenti come
alberi?”
Questa domanda è la felice eresia dell’architetto a capo del Senseable City Lab del MIT di
Boston, indice di un percorso in cui circuiti e silicio non sono che un mezzo per ritornare
all’origine. Forse con più consapevolezza.
È l’autobiografia di Venezia questa di Ratti, l’Hydropolis che nessuna utopia ha mai osato
immaginare ma che l’ingegno di un popolo ha saputo creare – nel corso della sua stessa
storia – poetando con la natura in forza di architetture. La città delle acque è pertanto il
modello locale da leggere in scala globale. Laboratorio di complessità per eccellenza in cui
trovare soluzioni utili per il mondo intero. Esempio sommo di Intelli/Gens dove la
dualità natura vs artificio è superata dalla fusione tra civiltà e ambiente.
Un organismo in divenire, dunque, equilibrio mirabile di storia umana e naturale, in cui
pare di scorgere la città rifugio auspicata dal Pontefice regnante, Papa Francesco, nella sua
storica visita alla Biennale di Venezia, salutata come “luogo di incontri e scambi culturali”.
“L’utopia è all’orizzonte. Mi avvicino di due passi, e lei si allontana di due. Cammino dieci passi e l’orizzonte si sposta di dieci passi. Allora a cosa serve l’utopia? Serve a camminare.”
— Eduardo Galeano
E da Venezia il viatico arriva finanche allo Spazio, per tramite dell’intelligenza naturale,
artificiale e collettiva. Un itinerario in forma di dettato per il 2025. In cui, a suggello di ogni
sezione c’è scientemente un punto interrogativo, segno di interpunzione delle possibilità e
cioè dimora del futuro. Le risposte a queste domande porranno le fondamenta della 19.
Mostra Internazionale di Architettura
La 19. Mostra Internazionale di Architettura presenterà, come di consueto, le
Partecipazioni Nazionali con proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini e all’Arsenale,
oltre che nel centro storico di Venezia.
Il sito ufficiale della Biennale Architettura 2025: www.labiennale.org
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LE IMMAGINI della 19. Mostra Internazionale di Architettura al momento
disponibili: https://cloud.labiennale.org/url/biennale2025 | password: biennale2025
Per ulteriori informazioni
Ufficio Stampa Arti Visive e Architettura - La Biennale di Venezia
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