La prima libertà dell’uomo sta nel non essere indifferente.
— Pier Paolo Pasolini
La Mostra del Cinema di Venezia — e non un festival, come con fermezza ricorda il presidente Pietrangelo Buttafuoco — si presenta quest’anno come un atto di sfida, un gesto quasi spirituale, contro l’anestesia dell’epoca. In un tempo dove le immagini si consumano senza lasciare traccia e la cronaca diventa eco vuota, il cinema, dice Buttafuoco, si fa ancora fede, offerta, allarme.
“Da Povera Patria di F. Battiato: non vi danno dispiacere quei corpi in terra senza più calore?
ormai — aggiunge il presidente — l’indifferenza ci accompagna.
Se non ci sono i notiziari c’è il cinema.
Siamo come struzzi con le teste conficcate nella melma dell’indifferenza.
Il cinema è la fede temeraria trasfusa in arte.
L’arte per restituire coscienza.
È con queste parole che si è aperta la presentazione della 82ª edizione della Mostra, prevista al Lido dal 27 agosto al 6 settembre. Ma l’elenco dei titoli in concorso, pur ricco di nomi altisonanti e ritorni attesi, è solo un frammento del disegno più profondo che si va tracciando: quello di un cinema che non rincorre il consenso, ma si espone, si compromette, cerca di toccare — magari anche invano — l’abisso del presente.
Il film d’apertura sarà La grazia di Paolo Sorrentino, già annunciato come uno sguardo vertiginoso sulla spiritualità e sul corpo. Accanto a lui, nomi come Pietro Marcello, Gianfranco Rosi, Leonardo Di Costanzo e Franco Maresco, tutti portatori di una visione radicale, scomoda, talvolta scoraggiante. E poi i grandi autori stranieri — Jim Jarmusch, Francois Ozon, Park Chan-wook, Yorgos Lanthimos, Kathryn Bigelow — come presenze che si affacciano su un mondo scosso e ormai instabile, cercando di decifrare il collasso attraverso estetiche diverse ma ugualmente consapevoli del fallimento come condizione antropologica.
Eppure, come accade ciclicamente, è nelle traiettorie più laterali che si intravede la vera faglia del tempo. Alcune presenze in apparenza minori — sottratte ai riflettori più compiacenti — sembrano custodire le domande più urgenti e le visioni più laceranti. The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania si annuncia come una testimonianza dolorosa e necessaria, Orphan di László Nemes come un affondo nella memoria che non si lascia pacificare, mentre Girl di Shu Qi promette uno sguardo intimo, destabilizzante, sul corpo e sull’identità. E non occorre nemmeno elencare le voci disseminate nelle sezioni collaterali, spesso quelle in grado di scardinare il formato stesso del racconto, spostando lo sguardo là dove la coscienza è ancora possibile.
Ma ciò che questa edizione propone non è tanto un caleidoscopio di linguaggi quanto una domanda: può l’immagine, ancora oggi, generare coscienza? Può la narrazione resistere all’appiattimento dei sensi, alla bulimia informativa, all’assuefazione alla violenza?
Questa è una mostra non un festival, ha ribadito Buttafuoco, quasi volesse separare l’evento dalla macchina promozionale, dalla celebrazione fine a sé stessa.
La capacità della spirito critico, trova forza, espressione in un mondo sovrastato dai suoi stessi danni.
La CULTURA porta acqua a chi a sete e destina la verità a chi a avuto in pasto solo la menzogna.
La Mostra, allora, si trasfigura in una forma di resistenza: non intrattenimento, ma richiamo etico. Una lotta — non retorica — per restituire all’arte la sua funzione primaria: smuovere, scavare, scomporre le certezze. In questo senso, l’opera cinematografica non è un rifugio, ma un esame. Una stanza spoglia dove restare soli con l’ombra delle immagini e l’eco delle parole. Una messa laica dove ciò che conta non è l’applauso ma il silenzio che ne segue.
E in quel silenzio, forse, ritroviamo la domanda iniziale di Battiato, lasciata sospesa come una ferita: non vi danno dispiacere quei corpi in terra senza più calore?
Il cinema può ancora essere il luogo dove questa domanda non venga ignorata. Lo speriamo.
La cultura è una forma di resistenza alla menzogna.
— Albert Camus
CONCORSO
Bugonia di Yorgos Lanthimos
Duse di Pietro Marcello
Elisa di Leonardo Di Costanzo
Eojjeol suga eopda | No Other Choice di Park Chan-wook
L’étranger di François Ozon
Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch
Un film fatto per bene di Franco Maresco
Frankenstein di Guillermo del Toro
La Grazia di Paolo Sorrentino (film d’apertura)
A House of Dynamite di Kathryn Bigelow
Jay Kelly di Noah Baumbach
Nühai | Girl di Shu Qi
Orphan di Laszlo Nemes
A pied d’oeuvre di Valérie Donzelli
Ri gua zhong tian | The Sun Rises on Us All di Cai Shangjun
Silent Friend di Ildiko Enyedi
The Smashing Machine di Benny Safdie
Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi
The Testament of Ann Lee di Mona Fastvold
The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania
The Wizard of the Kremlin di Olivier Assayas
ORIZZONTICONCORSO
Un anno di scuola di Laura Samani
Barrio triste di Stillz
Dinti de lapte | Milk Teeth di Mihai Mincan
En el camino di David Pablos
Estrany riu | Strange River di Jaume Claret Muxart
Funeral Casino Blues di Roderick Warich
Grand ciel di Akihiro Hata
Harà watan | Lost Land di Akio Fujimoto
Hiedra di Ana Cristina Barragan
Human Resource di Nawapol Thamrongrattanarit
Komedie elahi | Divine Comedy di Ali Asgari
Late Fame di Kent Jones
Mother di Teona Strugar Mitevska (Film d’apertura)
Otec | Father di Tereza Nvotova
Pin de fartie di Alejo Moguillansky
Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli
Rose of Nevada di Mark Jenkin
Songs of Forgotten Trees di Anuparna Roy
The Souffleur di Gaston Solnicki
VENEZIA SPOTLIGHT
A bras-le-corps di Marie-Elsa Sgualdo
Ammazzare stanca di Daniele Vicari
Un cabo suelto di Daniel Hendler
Calle Malaga di Maryam Touzani
La hija de la española di Mariana Rondon, Marité Ugas
Hijra di Shahad Ameen
Made in EU di Stephan Komandarev
Motor City di Potsy Ponciroli
FUORI CONCORSO FICTION
After the Hunt di Luca Guadagnino
Bosluga xutbo | Sermon to the Void di Hilal Baydarov
Chien 51 di Cédric Jimenez (film di chiusura)
Dead Man’s Wire di Gus Van Sant
Hateshinaki Scarlet di Mamoru Hosoda
In the Hand of Dante di Julian Schnabel
L’isola di Andrea di Antonio Capuano
Il maestro di Andrea Di Stefano
Orfeo di Virgilio Villoresi
Den sidste viking | The Last Viking di Anders Thomas Jensen
La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli
NON FICTION
Baba wa al-Qadhafi | My Father and Qaddafi di Jihan K
Broken English di Iain Forsyth, Jane Pollard
Cover-Up di Mark Obenhaus, Laura Poitras
I diari di Angela – Noi due cineasti. Capitolo terzo di Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi
Director’s Diaries di Aleksandr Sokurov
Ferdinando Scianna – Il fotografo dell’ombra di Roberto Andò
Ghost Elephants di Werner Herzog
Hui jia | Back Home di Tsai Ming-liang
Kabul, Between Prayers di Aboozar Amini
Kim Novak’s Vertigo di Alexandre O. Philippe
Marc by Sofia di Sofia Coppola
Nuestra tierra di Lucrecia Martel
Remake di Ross McElwee
The Tale of Sylian di Tamara Kotevska
Zapiski nastoyashego prestupnika | Notes of a True Criminal di Andrij Aferov, Alexander Rodnyansky
PROIEZIONI SPECIALI CORTI
Boomerang Atomic di Rachid Bouchareb
How to Shoot a Ghost di Charlie Kaufman
Origin di Yann Arhtus-Bertrand
SPECIALE CINEMA & MUSICA
Francesco De Gregori – Nevergreen di Stefano Pistolini
Newport and the Great Folk Dream di Robert Gordon
Nino. 18 giorni di Toni D’Angelo
Piero Pelù, rumore dentro di Francesco Fei
SERIES
Etty di Hagai Levi
Il mostro di Stefano Sollima
Portobello (episodi 1-2) di Marco Bellocchio
Un prophète di Enrico Maria Artale
VENEZIA CLASSICI DOCUMENTARI
Boorman and the Devil di David Kittredge
Elvira Notari – Oltre il silenzio di Valerio Ciriaci
Holofiction di Michal Kosakowski
Louis Malle, le révolté di Claire Duguet
Mata Hari di Joe Beshenkovsky, James A. Smith
Megadoc di Mike Figgis
Memoria de los olvidados di Javier Espada
The Ozu Diaries di Daniel Raim
Sangre del Toro di Yves Montmayeur
BIENNALE COLLEGE
Agnus dei di Massimiliano Camaiti
Chiet chea manus | Becoming Human di Polen Ly
1 Woman 1 Bra di Josh Olaoluwa
Secret of a Mountain Serpent di Nidhi Saxena