Helke Sander: Cleaning House

Claudia Richarz Helke Sander: Cleaning House Documentary • 2024 • 1h 22m

Recensito da Beatrice 12. June 2024

Social progress can be measured by the social position of the female sex

Prendendo spunto dal titolo di un film della regista tedesca Helke Sander, figura chiave del movimento femminista, la Richarz compie un operazione molto interessante.

Narra la storia dell’attivista impegnata nella lotta per i diritti delle donne nonché la sua critica alle strutture patriarcali della società.

Dopo aver studiato alla scuola di cinema di Mosca, rimane incinta, viene cacciata dalla sua famiglia e si trasferisce a casa del compagno e dei rispettivi genitori in Finlandia dove incontra un ambiente molto accogliente, privo di pregiudizi, aperto e culturalmente sofisticato.

Nel 1965 torna in Germania e inizia a lavorare come regista cinematografica e televisiva.

Il film del 1978 seguiva la quotidianità di Edda Chiemnyjewski mentre affrontava i vari ruoli che la società le imponeva: madre, lavoratrice, donna indipendente. Fotografa freelance, Edda cercava di trovare un equilibrio tra il suo lavoro e le responsabilità familiari, pertanto il film aveva l’obiettivo di evidenziare le sfide che le donne devono affrontare nel cercare di essere riconosciute sia professionalmente che come individui all’interno di un contesto sociale che le incastra in semplici ruoli istituzionali.

Pertanto il film della Sander tendeva a sottolineare questi aspetti oltre che a indicare nella società patriarcale e nelle sue aspettative la responsabilità di questa realtà esplorando tuttavia l’identità femminile oltre i ruoli tradizionali di madre e moglie.

Nel documentario del 2023 di Claudia Richard, abbiamo a che fare con la Sander, ormai ottantasettenne, raccontata attraverso le scene dei suoi film, una vasta quantità di materiale d’archivio, interviste, lotte, studi, vita privata.

Fondatrice del movimento femminista nel 1968 a Berlino, denominato Consiglio d’Azione per la Liberazione delle Donne, esplora nei suoi film temi femministi e problematiche affrontate dalle donne nella società moderna portando avanti un dialogo critico sui ruoli di genere e sui diritti delle donne.

Nel documentario sono riproposte le domande che rivolgeva agli uomini e alle donne riflettendo sul loro ruolo nella società e sugli atteggiamenti verso la violenza di genere e l’uguaglianza.

Per esempio in un filmato degli anni 70 rivolge le seguenti questioni ad un gruppo di uomini chef più o meno giovani:

- Essere uomini vi ha mai causato difficoltà considerando che si stima che tre milioni di donne nella Repubblica Federale Tedesca sono state vittime di violenza sessuale da parte di uomini tedeschi?

- Si tratta di 330 mila donne l’anno.

- Cosa si prova a esser individui appartenenti al genere responsabile di queste azioni?

- Come fa una donna a capire che non siete come gli altri uomini quando nel mondo ci sono tanti individui così?

- Una donna non può sapere se siete solo un simpatico gruppetto di uomini inoffensivi?

- Come potete dimostrare di non essere pericolosi?

- Potete forse cambiare lato del marciapiede?

Questa tipologia di intervista, di osservazioni, di invito alla riflessione sul tema femminile e non solo sono inframezzate alla quotidianità della attuale Sander con un andirivieni temporali assolutamente coinvolgenti compreso il famoso “discorso del pomodoro” al congresso della SDS del 1968 dove la regista dichiarava che il cambiamento sociale non è possibile senza la liberazione delle donne.

Anche la rappresentazione delle stesse

attraverso i media è un tema centrale nei film della Sander: il suo lavoro sfida continuamente le rappresentazioni riduttive e stereotipate delle donne; credeva che i media tradizionali fossero intrisi di sessismo e perpetuassero la visione patriarcale della società.

Attraverso la rivista fondata nel 1974 l’intento era quello di creare uno spazio per le donne nel cinema che potesse offrire una prospettiva alternativa e critica rispetto ai media mainstream.

Il documentario della Richarz pertanto celebra la carriera della regista tedesca e offre una riflessione profonda, estremamente coinvolgente, sulle questioni di genere e l’inesauribile bisogno di spazi creativi e critici per le voci femminili.

Il volto e la figura umana di Helke Sander vengono rappresentati in tutta la sua complessità: momenti di riflessione e azione mostrano la sua determinazione e la sua passione per la giustizia sociale. La video camera indugia spesso sui suoi occhi, per evidenziare la lucidità delle affermazioni e la profondità delle sue esperienze e delle sue condizioni di instancabile attivista estremamente coerente nelle idee e nei valori nel corso degli anni.

Una sfida continua alle convenzioni l’ha confermata come figura ispiratrice per le generazioni future.

Il montaggio di Martin Kayser-Landwehr e Magdolna Rokob è strutturato e armonico, la transizione tra passato e presente facilita il flusso narrativo mantenendo l’interesse e fornendo una comprensione approfondita delle idee e delle azioni della Sander.

Non si assiste ad un semplice documentario biografico: si celebra un tributo riflessivo e articolato a una delle figure, perlopiù sconosciute, tuttavia più influenti del femminismo e del cinema, dimostrando come l’eredità di questa artista sia più attuale e rilevante che mai.

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