Kalak

Isabella Eklöf Kalak Drama • 2023 • 2h 5m

Recensito da Beatrice 27. November 2023

Incipit; un ragazzo dorme sul divano, arriva un uomo anziano, gli parla di un sogno erotico, gli afferra il membro elogiando la durezza e la contemporanea morbidezza chiedendogli se può proseguire con una fellatio.

Jan è nato a Copenhagen è sposato e ha due bambini.

Si è trasferito in Groenlandia dove pratica con passione la professione di infermiere.

Ha più di una relazione extraconiugale e lo confessa alla moglie, la quale non sembra particolarmente turbata.

Continuano ad arrivare lettere del padre che lui non vuole aprire, fino a quando la moglie lo convince a farlo: apprendono che ha un cancro alla gola e non gli rimane molto tempo per vivere.

Jan ha confessato ad un’altra donna quello che non aveva mai rivelato alla moglie: di essere stato abusato dal padre fin da bambino. La moglie aveva compreso, rivelandoglielo, che le sue fughe extraconiugali fossero una rivalsa nei confronti del padre.

Un film sul passato che non passa soprattutto quello degli abusi, laddove la fuga geografica non esaurisce quella psicologica/emozionale/esistenziale.

Il disagio crudele arrecato non riesce a trovare catarsi se non nelle droghe facilmente reperibili nei reparti ospedalieri, fino all’incidente della figlia che lo riporterà nel paese natale.

Qui l’ultimo incontro col padre malato tuttavia mai contrito, né ravveduto del suo passato, sempre negato, di pedofilo. Il suo era “amore” fuori dal gregge del riconoscimento sociale, così sostiene il genitore spacciato dalla vita, eppure ancora troppo, insopportabilmente vitale e arrogante Marchese De Sade.

Così il prologo si unisce all’epilogo in un film, inizialmente confuso e dispersivo poi sempre più avvincente e disperato nel ritrarre il percorso biografico di Jan in bilico tra essere e dover essere, tra paternità e relazione, tra la cultura del Kalak, ossia dello sporco groenlandese e quella del professionista credibile e riconosciuto.

Tra solitudini femminili da colmare e crudeli traumi da elaborare; tra la scelta di vivere e quella di sopravvivere, fino al punto in cui la liberazione definitiva da quel male sembra l’unico risolutivo passo da dispensarsi.

Tanti errori sono nati da una verità di cui si abusa.

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