L'esorcista - Il credente

David Gordon Green L'esorcista Il Credente Drama • 2023 • 1h 51m

Recensito da Beatrice 04. October 2023

Se la ragione è un sistema di regole che gli uomini si sono dati per poter convivere, la religione custodisce quello sfondo pre-razionale che gli uomini abitano più profondamente e più intimamente di quanto non si adattino alla convenzione razionale. Per questo occorre lasciar cadere quella grossolana distinzione che separa credenti da non credenti. Gli uni e gli altri abitano infatti quelle metafore di base che la religione, prima della filosofia e prima della scienza, ha indicato segnalando la separazione tra sacro e profano, tra spazio dell´uomo e spazio trascendente l´umano, tra tempo della vita e tempo che precede e oltrepassa la vita.

Haiti Port Au Prince

Victor è in vacanza con la moglie incinta, la quale decide di sottoporsi ad un rito voodoo per la nascita di Angela.

Un terribile terremoto travolgerà la capitale haitiana e il suo corpo e la decisione da prendere sarà quella di salvare la moglie o la bambina.

Tredici anni dopo: Georgia

Victor ha cresciuto con amore la figlia Angela che si avvicina agli oggetti della mamma conservati gelosamente dal padre.

Quando un giorno, dicendo una bugia si recherà in un bosco con la sua amica del cuore Katherine, sparendo per tre giorni, tutto cambierà e sia il padre che la famiglia molto credente dell’amica dovranno confrontarsi con situazioni in cui il male, la violenza, l’imprevedibilità e il mistero prenderanno il sopravvento.

Il primo della seconda trilogia di David Gordon Green, dopo Hallowen, viene presentata così dal regista: “Stiamo per iniziare un tipo di viaggio tecnico molto diverso da quello di Hallowen. Non lo classifico nemmeno necessariamente come un film horror, anche se è molto attraente dal punto di vista orrorifico, è psicologico e drammatico. Non ha la divertente tensione a comando che Hallowen avrebbe, perché non può appoggiarsi a nessuna delle qualità più campy che penso godiamo di tanto in tanto nei film di Hallowen. E’ molto serio e piuttosto diretto, e non lo so, ma io ne sono entusiasta.”

Infatti non è un film horror, pur dovendo ricorrere a qualche scena che scimmiotta il genere e soprattutto cerca di giustificare il titolo, onorando l’evoluzione del personaggio di Chris MacNeil dopo 50 anni dall’uscita del primo esorcista di Friedkin del ’73.

Qui non ci sono più i due sacerdoti che tentano di esorcizzare il demone che avrebbe preso possesso delle due ragazze: la chiesa ha deciso di non partecipare, ha deciso di prendere le distanze e mentre il giovane prete rimane fuori dalla casa, il padre non credente di Angela, trovandolo in auto recita una battuta sarcastica indimenticabile.

Come quella dove sostiene: “voi credenti siete tutti uguali: se accade qualcosa di buono è stato Dio, se accade qualcosa di cattivo allora è il diavolo”.

Oltre alla lettura religiosa, del sacro si danno infatti anche interpretazioni antropologiche e psicologiche, perché il sacro non è solo "esterno" all´uomo, ma anche "interno" ad esso, come suo fondo inconscio, da cui un giorno la coscienza si è emancipata e resa autonoma, senza peraltro sopprimere lo sfondo enigmatico e buio della sua origine.

Da questa origine la coscienza ancora dipende sia per la genesi delle sue ideazioni, sia per la minaccia mai scongiurata di esserne di nuovo risucchiata in quelle forme che l´odierna "patologia", in cui si è risolta l´antica "mitologia", chiama follia.

A conoscere questa follia non sono tanto la psicologia, la psicoanalisi o la psichiatria, la religione che, delimitando e circoscrivendo l´area del sacro, e tenendola a un tempo "separata" dalla comunità degli uomini e "accessibile" attraverso ritualità codificate, ha posto le condizioni perché gli uomini potessero edificare il cosmo della ragione, il solo che essi possono abitare, senza rimuovere l´abisso del caos, la terribile apertura verso la fonte opaca e buia che chiama in causa il fondamento stesso della razionalità. Perché è da quel mondo che vengono le parole che poi la ragione ordina in modo non oracolare e non enigmatico.

Al primo incontro con le ragazze ha partecipato l’anziana madre di Regan ( del primo Esorcista), che non sa più dove si trovi la figlia.

L’aspetto interessante è che entrambe le ragazze hanno qualcosa di irrisolto con la famiglia; una perché è nata in virtù della morte della madre, con un padre non credente e con un inconscio che ha dissotterrato l’accaduto; l’altra, prima figlia di una famiglia estremamente credente dove il suo malessere viene ravvisato meglio dai fratelli minori che dai genitori accecati dal perseguimento del bene.

La scena nella chiesa dove Katherine, in preda al malessere ripete urlando “il corpo e il sangue”… ne è una perfetta descrizione.

Nel recinto del sacro, che gli antichi avevano cura di delimitare perché ciò che lì si manifesta è palese contraddizione, entusiasmo fuori misura, dolore sordo e muto, avvengono "sacrifici" (di cui la transustanziazione cristiana del pane e del vino in carne e sangue di Cristo è l´ultima traccia), in quella trasfigurazione di tutti i segni e di tutte le parole che le religioni con i loro simboli hanno saputo codificare.

Se il sacro si allontana troppo si rischia di dimenticare le regole che gli uomini hanno appreso per proteggersi, e allora il sacro irrompe e la sua violenza produce il dissolvimento della comunità o, in chiave psicologica, della personalità.

Ma ancor più interessante è il seguente elemento del film: per affrontare la battaglia con il male non bastano i sacerdoti e la fede cattolica, si ricorre all’intervento della psichiatria e della medicina, ai monitor per la frequenza cardiaca, a chi ha vissuto le stesse esperienze, agli agnostici, ai predicatori, alla sacerdotessa vuduista, neri o bianchi che siano.

Un sincretismo religioso, ateo, agnostico, razionale, scientifico, culturale dove il sacro si mescola al profano, il bene al male, il caos all’ordine.

Il sacro, infatti, come dimostrano gli esiti tragici a cui spesso conduce il conflitto tra le fedi, è un regime di massima violenza suicida e omicida, dove si giocano espressioni di rifiuto radicale della normalità esistente, processi simbolici di rinascita e di trasformazione, eventi di morte, e dove in gioco sono quelle situazioni-limite intorno a cui da sempre si raccolgono quei regolatori del sacro che in tutte le culture si chiamano "sacerdoti", da tempo provvisti di quelle metafore di base in cui l´umanità riconosce se stessa, quando la follia della mente disorienta l´anima e sottrae, al tranquillo incedere della ragione, ogni forza persuasiva.

Le due ragazzine, come gli altri giovani che si incontrano all’inizio del film sembrano incarnare questo disagio: quello che stabilisce geometricamente l’alto e il basso, che pone a destra il buono e a sinistra il cattivo, che disegna il cielo e la terra, che distingue la razionalità dalla follia.

Questo risulta il “miracolo” che si è impossessato di David Gordon Green, che, nelle molteplici forme e generi assunti nei suoi film, riecheggia volteggiando sul tema atavico umano e disumano ma soprattutto sovrumano del bene e del male.

Il rumore del mondo non deve invadere, col grido dell’affermazione o del diniego, l’origine silenziosa da cui sono scaturite tutte le parole.

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