MARX oggi: la critica che resiste e sfida il sistema

MARX oggi: la critica che resiste e sfida il sistema

L’attualità di Karl Marx risiede nel modo in cui le sue analisi del capitalismo continuano a fornire strumenti interpretativi potenti per comprendere le dinamiche economiche, sociali e politiche contemporanee.
Recensito da Beatrice 04. May 2025
Con l’espressione MATERIALISMO STORICO, Marx indica la teoria secondo la quale le vere forze motrici della storia non sono di natura spirituale e coscienziale, bensì di natura materiale e socio-economica: “Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza.”

1. Disuguaglianze economiche
Marx analizzava il modo in cui il capitalismo genera concentrazione della ricchezza e sfruttamento del lavoro. Oggi, l’aumento della disuguaglianza globale, la precarizzazione del lavoro e la crescita del potere economico nelle mani di pochi sembrano confermare molte delle sue intuizioni.
2. Alienazione e lavoro
Il concetto di alienazione, secondo cui il lavoratore è separato dal prodotto del proprio lavoro, dal processo produttivo, dalla propria essenza e dagli altri, è ancora visibile in molte forme di lavoro moderno, soprattutto nel lavoro digitale, nella gig economy e nel lavoro automatizzato.
3. Critica dell’ideologia
Marx sosteneva che le idee dominanti in una società sono quelle della classe dominante. Questa critica dell’ideologia è oggi applicabile all’analisi dei media, del marketing, del ruolo dei social network e della cultura consumistica come strumenti di conformismo e di riproduzione dei rapporti di potere.
4. Crisi ricorrenti del capitalismo
Le crisi economiche cicliche sono una parte centrale della teoria marxista. Dalla crisi del 2008 alla fragilità dei mercati globali contemporanei, molte crisi sembrano confermare la tendenza del sistema capitalistico a produrre squilibri interni.
5. Globalizzazione e imperialismo
Le riflessioni di Marx sull’espansione del capitale trovano riscontro nei fenomeni della globalizzazione economica, che ha esteso le logiche del profitto e del mercato a scala planetaria, spesso a discapito dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
6. Ecologia e critica del metabolismo
Marx parlava di “frattura metabolica” tra uomo e natura: una visione anticipatrice dei problemi ecologici attuali. Il capitalismo, diceva, rompe l’equilibrio tra i cicli naturali e i cicli produttivi umani. Oggi molti eco-marxisti rielaborano questa idea per affrontare la crisi climatica.

MARX E LA DONNA
“Il grado di emancipazione della donna è la misura naturale della emancipazione generale.” (K. Marx)
“La prima oppressione di classe coincide con l’oppressione del sesso femminile da parte del sesso maschile.” (F. Engels)

Non si può trascurare la visione di Marx in merito alla questione femminile: l'oppressione delle donne è strettamente legata alle strutture economiche e sociali del capitalismo.
Parità dei diritti
Marx sosteneva che l'emancipazione delle donne fosse un indicatore fondamentale del progresso sociale. Nella Sacra Famiglia (1845), parafrasando Fourier, affermava: «Il grado di emancipazione della donna è la misura naturale dell'emancipazione generale». Nel Manifesto del Partito Comunista (1848), denunciava la visione borghese della donna come "strumento di produzione", criticando l'ipocrisia della classe dominante che, mentre accusava i comunisti di voler instaurare la "comunanza delle donne", in realtà già trattava le donne come proprietà privata.
Ruolo della donna
Marx analizzava la condizione femminile attraverso la lente della produzione e della riproduzione sociale. Nei Manoscritti economico-filosofici del 1844, descriveva il rapporto uomo-donna come il più naturale dei rapporti umani, sostenendo che la qualità di questo rapporto rifletteva il grado di umanizzazione della società. Nel Capitale (1867), evidenziava come l'inserimento delle donne nel processo produttivo, seppur in condizioni di sfruttamento, rappresentasse un passo verso l'emancipazione, poiché le sottraeva all'isolamento domestico e le rendeva partecipi della lotta di classe.
Contributo politico
Marx non si limitò all'analisi teorica, ma sostenne attivamente la partecipazione delle donne al movimento operaio. Nel 1867, propose una discussione sull'emancipazione delle lavoratrici all'interno dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori e, dopo la Comune di Parigi, suggerì la creazione di sezioni femminili per organizzare le lavoratrici.
Marx riconosceva l'oppressione delle donne come una componente intrinseca del sistema capitalistico e sosteneva che la loro liberazione fosse inseparabile dalla lotta di classe. Pur non elaborando una teoria femminista autonoma, il suo pensiero ha fornito le basi per le successive elaborazioni del femminismo marxista, che hanno approfondito il legame tra genere, classe e produzione sociale.

PERCHÉ IL CAPITALISMO È DESTINATO A FALLIRE
Marx non offre soluzioni semplici, ma propone un metodo critico per interrogare il presente, smascherare i rapporti di potere nascosti e immaginare alternative.
 Il capitalismo è destinato a fallire non per una ragione morale o per un errore di gestione, ma per contraddizioni interne strutturali al sistema stesso. Ecco i motivi principali, spiegati in modo chiaro ma rigoroso:
"Il capitale è lavoro morto che, come un vampiro, vive solo succhiando lavoro vivo."
(Il Capitale, 1867)
1. Contraddizione tra capitale e lavoro
Il profitto capitalistico si basa sullo sfruttamento del lavoro. Ma più il capitale cerca di massimizzare il profitto riducendo i salari e aumentando la produttività, più indebolisce il potere d’acquisto dei lavoratori. Questo genera una contraddizione:
  • I capitalisti devono vendere per realizzare profitto, ma riducono il potere d’acquisto di chi dovrebbe comprare.
2. Tendenza alla caduta del saggio di profitto
Uno dei punti centrali della critica marxista è la legge secondo cui, nel lungo periodo, il saggio di profitto tende a diminuire.
 Man mano che il capitale investe in macchine (capitale costante) e riduce la componente umana (capitale variabile), che è l’unica a creare valore secondo Marx, il profitto si riduce.
 Paradosso: più la produzione diventa efficiente, meno genera profitto.
3. Crisi cicliche di sovrapproduzione
Il capitalismo non produce in base ai bisogni, ma in base al profitto. Ciò porta periodicamente a produrre più merci di quante ne possano essere assorbite dal mercato.
 Quando i magazzini sono pieni e la gente non ha soldi per comprare, scoppia la crisi.
4. Accumulazione e polarizzazione
La ricchezza tende a concentrarsi sempre più in poche mani. Questo non solo genera conflitto sociale, ma rende il sistema instabile. Marx parla di una polarizzazione tra borghesia e proletariato, che porta a una crescente tensione potenzialmente rivoluzionaria.
5. Sviluppo delle forze produttive oltre i limiti dei rapporti sociali
Il capitalismo sviluppa enormemente le forze produttive (tecnologia, industria, scienza), ma resta legato a rapporti di produzione che impediscono una distribuzione equa e razionale della ricchezza. Per Marx:
 Il sistema, a un certo punto, diventa un ostacolo allo sviluppo stesso che ha generato.
6. La coscienza di classe e la rivoluzione
Con l’aggravarsi delle contraddizioni, la classe lavoratrice (proletariato) prende coscienza della propria condizione e si organizza per rovesciare il sistema. Non si tratta solo di rivendicare diritti, ma di abolire la logica stessa del profitto per costruire una società senza classi.

LA FORMULA
Per Marx, il capitalismo genera da sé i germi della propria dissoluzione. Il suo sviluppo è anche il processo della sua fine.
 La formula Merce – Denaro – Merce (M – D – M) è uno dei concetti chiave che Marx usa ne Il Capitale per spiegare come funziona lo scambio nell’economia precapitalistica o non capitalistica.
Formula M – D – M: il ciclo dello scambio semplice
1.   M (Merce):
Il punto di partenza è una merce che il soggetto possiede. Per esempio: un contadino ha un sacco di grano.
2.   D (Denaro):
Il contadino vende il grano in cambio di denaro.
Scopo: ottenere qualcosa di diverso dal grano.
3.   M (Merce):
Il denaro ottenuto viene usato per comprare un’altra merce di cui si ha bisogno — ad esempio un paio di scarpe.
Quindi: grano → denaro → scarpe
Scopo: soddisfare un bisogno.
Formula D – M – D′: il ciclo capitalistico (a confronto)
Marx contrappone alla formula precedente un’altra, tipica del capitalismo:
 D – M – D′
Denaro → Merce → Più Denaro
Qui il punto di partenza non è una merce da scambiare per vivere, ma il denaro stesso, investito per ottenere più denaro alla fine del ciclo (D′ > D).
Esempio: un capitalista compra merci (macchine, lavoro, materie prime) e le usa per produrre altre merci, che poi vende a un prezzo più alto.
Questa è la logica del profitto, non del bisogno.
Differenza essenziale

 | Ciclo semplice (M–D–M) | Ciclo capitalistico (D–M–D′) | Si parte da un bisogno | Si parte da un capitale
| Si vuole una merce utile | Si vuole più denaro
| Il denaro è un mezzo | Il denaro è il fine
| Economia d’uso | Economia del profitto
 
Perché è importante per Marx?
Per Marx, la transizione da M–D–M a D–M–D′ segna la nascita del capitalismo: il lavoro, le merci e perfino il tempo diventano strumenti per accumulare valore, non per soddisfare bisogni reali.
È qui che Marx inserisce la critica: nel capitalismo, la vita viene subordinata alla logica dell'accumulazione.

1. La forma-merce
Per Marx, la merce è l’unità base del capitalismo. Ma non è solo un oggetto qualsiasi: è qualcosa di doppiamente caratterizzato:
 • Ha un valore d’uso (utile per qualcosa)
 • Ha un valore di scambio (può essere venduta)
Ma nel capitalismo, ciò che domina è la forma sociale che questa merce assume: non importa più cosa è, ma quanto vale.
Ad esempio: una sedia artigianale, una sedia IKEA, o una NFT “a forma di sedia” sono tutte merci. Quello che conta non è la loro reale utilità, ma la forma astratta in cui circolano nel mercato.

2. Il feticismo della merce ("feticizzazione delle merci")
È qui che Marx fa un passo decisivo, introducendo una critica radicale alla coscienza quotidiana.
 Cos’è un feticcio?

Nel contesto religioso, un feticcio è un oggetto a cui si attribuiscono poteri magici.
Marx usa questa metafora per dire che nel capitalismo, le merci sembrano avere un “potere” intrinseco, come se valessero da sole, indipendentemente dalle relazioni umane che le hanno prodotte.

 Esempio:
Quando compri un telefono, vedi:
• Il prezzo
• Il marchio
• La tecnologia
Ma non vedi:
 • Il lavoratore sfruttato che l’ha assemblato
 • L’estrazione mineraria per i metalli rari
 • Le condizioni ambientali e sociali della produzione
Il rapporto sociale tra persone si presenta come un rapporto tra cose.
→ Questo è il feticismo della merce.
Effetto ideologico
Per Marx, il feticismo non è solo un “errore”, ma una forma di coscienza distorta che:
• Nasconde i veri rapporti sociali (sfruttamento, alienazione)
• Rende naturali e “ovvie” le leggi del mercato
• Fa sembrare normale che il valore di una vita umana sia misurato in denaro o produttività
In altre parole, il capitalismo non è solo un sistema economico, ma un sistema di percezione della realtà.

In sintesi ( il concetto: il significato)

 Forma-merce | La struttura sociale astratta della merce nel capitalismo
| Valore di scambio dominante | Oscura l’origine concreta e sociale della produzione
| Feticismo | Le cose appaiono come autonome, i rapporti sociali diventano invisibili
Questa analisi è attualissima: oggi viviamo in un mondo saturo di oggetti e simboli dove il prezzo, il brand e la visibilità contano più della realtà produttiva, del bisogno reale o della relazione umana.
 Vediamo come il feticismo della merce si manifesta oggi — nel consumismo contemporaneo, nei social media e nella moda — seguendo il pensiero marxista aggiornato al XXI secolo.

1. Consumismo contemporaneo
Nel capitalismo avanzato, non compriamo più cose solo per usarle, ma per:
• esprimerci,
• apparire,
• sentirci accettati.
Le merci diventano segni e simboli sociali.
Esempio:
Una bottiglia d’acqua da 1 euro e una da 10 euro (di design, marchiata) contengono spesso la stessa acqua. Ma non hanno lo stesso “valore” sociale.
→ Questo è feticismo puro: l’oggetto è caricato di poteri simbolici artificiali, estranei al suo valore d’uso.

2. Social media: merci invisibili
Sui social media, le persone stesse diventano merci. I profili sono “packaging” digitali, ottimizzati per ottenere click, like, follower.
In logica marxiana:
• Il contenuto personale ha valore d’uso (comunicazione, espressione)
• Ma viene trasformato in valore di scambio: visibilità → monetizzazione
Anche l’attenzione diventa merce.
 Le piattaforme non vendono solo prodotti: vendono noi agli inserzionisti.

3. Moda e fast fashion
La moda è forse il laboratorio perfetto del feticismo moderno.
• La merce non ha più alcun legame con la qualità o la durata (valore d’uso)
• Il valore è tutto nel marchio, nella novità, nel segnale sociale che l’indumento comunica (valore simbolico)
Marx direbbe:
 Non vendono vestiti: vendono identità da indossare.
E la produzione reale (condizioni di lavoro nei paesi poveri, inquinamento, sfruttamento) resta invisibile, dietro il “feticcio” del brand.

In sintesi

 | Contesto | Valore d’uso | Valore di scambio / feticismo | Consumismo | Bisogno o utilità dell’oggetto | Status, simbolo, desiderio indotto
| Social media | Espressione personale | Monetizzazione di attenzione e identità
| Moda | Coprire, proteggere, decorare | Marchio, novità, riconoscimento sociale

Nella società capitalistica avanzata:
• Non solo le cose,
• Ma anche le relazioni, le persone, il tempo, la reputazione diventano merci feticizzate.
Viviamo dentro una “fantasmagoria” del mercato, dove tutto può essere trasformato in valore di scambio — e dove i rapporti sociali veri scompaiono dietro oggetti che sembrano parlare da soli.



Il compito oggi non è far crescere di più, ma imparare a vivere con meno, meglio e insieme. Marx non è un profeta della produttività, ma un pensatore dei limiti e della giustizia ecologica.
(Saito Kōhei, Il Marx dell’Antropocene)