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Great Freedom

Great Freedom

Sebastian Neise

Drama • 2021 • 1h 57m

Recensito da Beatrice 27. June 2023

Non sono mai io che decido il “mio” desiderio, ma è il desiderio che decide di me, che mi ustiona, mi sconvolge, mi rapisce, mi entusiasma, mi anima, mi strazia, mi porta via.

Paragrafo 175 (noto formalmente come §175 StGB) era un articolo del codice penale tedesco in vigore dal 15 maggio 1871 al 10 marzo 1994. Esso considerava un crimine i rapporti sessuali di tipo omosessuale tra uomini, e nelle prime versioni criminalizzava anche la zooerastia.

La norma venne emendata diverse volte. I nazisti ampliarono la legge nel 1935 e aumentarono notevolmente i procedimenti in base al paragrafo 175; a migliaia morirono nei campi di concentramento. La Germania Est tornò alla vecchia versione della legge nel 1950, limitandone il campo al sesso con i minori di 18 anni nel 1968, e abolendola completamente nel 1989. La Germania Ovest mantenne la norma dell'epoca nazista fino al 1969, quando venne limitata a "casi qualificati". Venne ulteriormente attenuata nel 1973 e abrogata completamente nel 1994 dopo la riunificazione.

Il film racconta la storia del Paragrafo 175 attraverso la vita di Hans un giovane omosessuale che ha visto iniziare la sua persecuzione nei campi dì concentramento nazisti al termine dei quali essere recluso direttamente in carcere nella sezione 175.

Già presentato nella sezione Un certain regard della selezione ufficiale del Festival dì Cannes 2021 Große Freiheit, viene inserito in concorso al Tff 39.

In virtù della reclusione senza fine iniziata dai lager nazisti, diventata ormai uno stile dì vita tra celle dì isolamento, nudo, al buio e senza cibo e incontri sporadici all’ addiaccio con altri omosessuali come lui, il giovane Hans, cerca dì vivere la propria sessualità anche dentro il carcere.

Il rispetto delle regole risulta inconciliabile con il suo carattere e una singolare amicizia con il detenuto veterano Viktor, rinchiuso per omicidio, sembra restituire una dimensione familiare al suo tragico vissuto.

Il film Inizio con riprese dì incontri nelle toilette pubbliche, prosegue con flashback, condanne ripetute, escamotage, punizioni crudeli, complicità.

Ogni detenuto ha le sue mansioni, anche quelle dì scucire le divise naziste per riutilizzare i tessuti: tutti insieme assistono al primo sbarco sulla luna, siamo nel 1969, di lì a poco Hans Hoffmann interpretato dallo straordinario Franz Rogowski, scoprirà che la nuova legge prevede la scarcerazione degli omosessuali.

Durante gli anni del dopoguerra nella sola Germania occidentale sono stati processati 100.000 uomini perché il paragrafo 175 consentiva alle autorità di intercettare e confiscare lettere d’amore e di sottoporle alla corte come prove, nonché di installare telecamere dietro specchi, violando la privacy di queste persone, rivelandone le vite intime ed esponendole al pubblico. Il divieto dell’omosessualità è rimasto in vigore in Germania fino al 1969, ma ci sono voluti altri 25 anni prima che il paragrafo 175 scomparisse completamente dal codice civile tedesco nel 1994.

Per Hans comunque la “ grande libertà” tanto sognata, attesa, desiderata si rivelerà tuttavia un subdolo inganno.

Il finale, esilarante, in un locale chiamato proprio Große freiheit, l’ex detenuto gira, si guarda intorno, osserva,mentre la musica suona il romanticissimo L’amour L’amour L’amour dì Mouloudji.

Un finale esplosivo, degno del miglior cinema, che punta il dito sul concetto di desiderio e dì godimento, tanto cari al grande psicanalista francese Jaques Lacan

Difronte al divieto Hans accende il suo desiderio, scabroso per i tempi, mentre la “ grande libertà” del Godimento del “Tu Devi Godere” lo mortifica. Un film che apre un capitolo pressoché sconosciuto della storia dei diritti umani, dell’ isolamento, dell’ incomunicabilità.

Un’interpretazione magistrale quella dì Franz Rogowski, una sceneggiatura brillante e coinvolgente con un finale sofisticatissimo!

E’ solo nella trasmissione della legge del desiderio che la vita può emanciparsi dalla seduzione mortifera della “notte dei Proci”, cioè dal miraggio di una libertà ridotta a pura volontà di godimento.

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